Roma è una città antica con una miriade di attrazioni culturali e attività. Per i visitatori che cercano qualcosa di insolito, ecco alcune delle cose più particolari da fare e vedere a Roma.
Quartiere Coppedè
Il Quartiere Coppedè è una zona unica e affascinante di Roma, dove gli stili Greco, Romano Barocco, Manierista, Medievale e Liberty si fondono tutti in un unico luogo. Gino Coppedè, un architetto fiorentino, fu responsabile della creazione di questo quartiere e vi lavorò fino alla sua morte nel 1927. Il quartiere è ricco di meraviglie architettoniche, come le torri fiorentine, i palazzi veneziani, i palazzi barocchi romani e un edificio che imita le note musicali.
Non sorprende che il Quartiere Coppedè sia stato usato come ambientazione per numerosi film.
Per arrivare al Quartiere Coppedè, prendi il Tram 3 o 19 fino a Piazza Buenos Aires e dirigiti verso Piazza Mincio dove potrai ammirare la bizzarra Fontana delle Rane. L’arco su Via Tagliamento segna l’ingresso del quartiere e ospita un lampadario all’aperto. Visita il Quartiere Coppedè durante il tuo soggiorno a Roma per vivere un’esperienza diversa dal solito.
Museo e Cripta dei Frati Cappuccini
La visita alla Cripta dei Frati Cappuccini nella chiesa di Santa Maria della Concezione dei Cappuccini mette i brividi e ricorda quanto la vita sia fugace. Le pareti della chiesa, adornate con 4000 ossa, costituiscono uno dei memento mori più potenti di tutta Roma. Le ossa provengono principalmente dai corpi dei monaci sepolti nella chiesa tra il 1528 e il 1870, ma sono presenti anche resti prelevati da vecchie tombe romane. Ciò crea un’atmosfera cupa che contrasta fortemente con il lusso e il fascino della vicina Via Veneto.
Il messaggio della cripta è chiaro: la morte è inevitabile. Le parole “Ciò che sei adesso, una volta lo eravamo noi; ciò che siamo adesso, tu sarai” sono un potente promemoria di questa verità. Nel complesso, la visita alla Cripta dei Cappuccini è un’esperienza inquietante e molto potente, che ricorda di vivere il momento e apprezzare la bellezza della vita.
Rifugio per Gatti di Torre Argentina
Il Rifugio per Gatti di Torre Argentina è un luogo unico situato a Roma, costruito sulle antiche rovine di Largo di Torre Argentina. Il rifugio è stato istituito negli anni ’50 da Antonio Crast, che a quei tempi iniziò a nutrire i gatti vicini. Da allora il santuario è cresciuto, con volontari che si prendono cura di circa 150 gatti tutti i giorni della settimana.
L’obiettivo principale del Rifugio per Gatti di Torre Argentina è quello di controllare la crescita della popolazione dei gatti randagi. A questo scopo, l’associazione agisce sterilizzando sia i propri gatti che quelli delle altre colonie. Nel corso dell’ultimo decennio il rifugio è riuscito a raggiungere 27.000 colonie. Inoltre, mirano a trovare case amorevoli per 125 gatti ogni anno. Il santuario fornisce anche un rifugio per gatti disabili e anziani, che le persone sono meno propense ad adottare. I visitatori del rifugio possono incontrare i gatti e acquistare souvenir realizzati dai volontari, i cui proventi sono destinati all’associazione. Grazie alle donazioni il santuario è in grado di rimanere in funzione.
Tempio di Adriano
Il Tempio di Adriano è un imponente monumento situato nel cuore di Roma. La sua costruzione cominciò nel II secolo d.C sotto commissione dall’imperatore Adriano, probabilmente come tributo alla sua defunta moglie Vibia Sabina, che fu divinizzata nel 136.
Tuttavia, il suo successore, Antonino Pio, completò i lavori intorno al 145 e dedicò l’opera all’imperatore Adriano. Il tempio presentava otto colonne lungo i lati corti e tredici sui lati lunghi, ed era situato su un alto podio accessibile dal lato est tramite una scala. Nel 1695, Carlo Fontana incorporò le parti restanti del tempio nel Palazzo della Dogana di Terra, struttura utilizzata per le merci che arrivavano a Roma via terra. Successivamente il tempio venne trasformato nella sede della Borsa di Roma nel 1831, e infine acquistato dalla Camera di Commercio nel 1873. Oggi rimane solo una parte del colonnato del lato nord, alto 15 metri e con un diametro di 1,44 metri.
Sant’Ivo alla Sapienza
The church of S.Ivo alla Sapienza, located inside the courtyard of the Palazzo della Sapienza, is an extraordinary masterpiece of art and architecture. Constructed between 1642 and 1660, it was designed and partially built by Giacomo della Porta, with brilliant additions by Francesco Borromini, appointed architect of Sapienza by Pope Urban VIII Barberini. The facade features the heraldic symbols of the Chigi family, including eight-rayed stars and six peaks, in honour of Pope Alexander VII. On the top is a multifoiled dome with a clerestory and a spiral cusp, culminating in a crown with a sphere, cross, and dove. Inside, the centralized, mixtilinear plan is shaped like a six-pointed star and adorned with light colours. A triangle symbolizing the Trinity is followed by an inverted triangle, convex and concave parts of a circle, forming the stylized figure of three bees, a symbol of charity, prudence, and industriousness. The main altar displays an altarpiece of Sant’Ivo, patron saint of lawyers, painted by Pietro da Cortona and finished in 1683 by Giovanni Ventura Borghesi. The floor, also by Borromini, is an articulated design with white and black marble inlays. Throughout the courtyard, symbols of the Boncompagni dragons, Barberini bees, Borghese eagles, Chigi stars, and peaks are visible.
Casina delle Civette
Il genio dietro la costruzione della Casina delle Civette fu Il principe Alessandro Torlonia. Nel 1840 egli commissionò all’architetto Giuseppe Jappelli di progettare e supervisionare la costruzione dell’edificio situato all’interno del parco. Inizialmente la casa era una struttura non raffinata e rustica, affettuosamente chiamata “chalet svizzero”. Tuttavia, nel corso del tempo, fu abilmente trasformata in una dimora raffinata, caratterizzata da colonne, torrette e logge mozzafiato. L’arredamento vantava illustrazioni fantastiche di civette, fate, cigni, pavoni, nastri, farfalle e rose, tutti raffigurati nei maioliche e nelle vetrate colorate. Per questo motivo, la casa fu da quel momento denominata Casina delle Civette. Il principe Giovanni Torlonia nutriva una predilezione per i simboli esoterici, come dimostrano le civette e altri volatili raffigurati in tutte le superfici dell’edificio, comprese quelle dei mobili. L’esterno della casa ricorda lo stile Liberty, mentre l’interno è decorato da statue in marmo, lavori in ferro battuto, mosaici e altri dettagli ornamentali. Oggi l’edificio è stato convertito in un museo.
Palazzetto Zuccari
Il Palazzo Zuccari è un impressionante edificio situato vicino alla cima della Scalinata di Spagna, in via Gregoriana. È difficile non notare il suo ingresso monumentale, adornato da una figura demoniaca che sembra pronta ad assalire l’ignaro passante. Il palazzo, costruito da Federico Zuccari, era originariamente destinato ad essere un luogo di incontro per il pubblico artistico e bohémien, ma i suoi eredi successivamente hanno scelto di affittarlo a persone benestanti. Oggi la popolarità del palazzo continua a crescere grazie alla sua iconica decorazione demoniaca, che lo rende un luogo molto amato dai bambini. Attualmente il Palazzo Zuccari ospita la bibliotheca Hertziana.
Obelisco della Minerva
Nel 1665 venne scoperto, nel giardino di un monastero dominicano, un obelisco di 5,5 metri di altezza recante dei geroglifici egiziani. Il Papa chiese a Gian Lorenzo Bernini di ideare un progetto per l’obelisco. Bernini decise di realizzare un elefante per simboleggiare la forza, in accordo con un’immagine tratta dal romanzo del XV secolo “Il Sogno di Polifilo”. Sfortunatamente, questo progetto richiese l’inserimento di un cubo sotto il ventre dell’elefante per sostenere il peso dell’obelisco, nonostante le obiezioni di Padre Paglia. Di conseguenza, i Romani hanno iniziato a chiamarlo “Porcino Della Minerva”, o il maiale di Minerva, diventando infine il “Pollo di Minerva” a causa delle variazioni dei dialetti romani. L’atto finale di sfida di Bernini è stato quello di rivolgere la schiena dell’elefante verso il monastero e di piegare la coda leggermente a sinistra, a mo’ di saluto.
Tempietto (Tempietto del Bramante)
La Chiesa di San Pietro in Montorio a Trastevere non sarà la chiesa più famosa o bella di Roma, ma ha qualcosa che la distingue dal resto. Finanziata nel XVI secolo da una famiglia reale spagnola, è stata costruita come parte di un monastero francescano ed è sede di un tempietto progettato da Bramante, che si dice sia stato costruito sopra il sito della crocifissione di San Pietro. Il tempietto presenta una struttura rinascimentale perfettamente proporzionata, ed è finemente decorato con mosaici e marmi. Ci si può accedere attraverso l’istituto Spagnolo sulla destra.
Nonostante la sua bellezza, la chiesa non riceve molte visite, quindi coloro che vi si recano hanno modo di esplorarla con calma. Se ti trovi nelle vicinanze, dedica una mattina a esplorare Villa Farnesina o Palazzo Corsini, e sali fino alla Fontana dell’Acqua Paola per godere di una vista mozzafiato della città. Prenditi mezz’ora per ammirare il Tempietto e le sue meraviglie, non te ne pentirai!
Orologio ad acqua del Pincio
Passeggiando per le incantevoli strade di Roma, potresti pensare di essere finito in una fiaba. Esplorando i giardini di Villa Borghese, puoi imbatterti in un gioiello unico del XIX secolo: l’antico orologio ad acqua di Villa Borghese. Questo oggetto sembra un orologio normale, ma funziona grazie al flusso dell’acqua, e ciò lo rende un vero capolavoro ingegneristico.
Creato dal frate domenicano ligure Giovanni Battista Embriaco, e progettato dall’architetto svizzero Joachim Ersoch, l’orologio è stato collocato su delle rocce all’interno di un piccolo lago. Questo angolo del parco trasporta i visitatori in un tempo indefinito, creando un’atmosfera incantata. Embriaco dovette lottare contro le istituzioni cattoliche per far approvare l’orologio, ma all’esposizione universale di Parigi del 1870, l’idro-orologio ottenne i complimenti di Napoleone III.
Galleria Sciarra
La Galleria Sciarra è un gioiello spesso trascurato a Roma, nonostante si trovi a pochi minuti dalla famosissima Fontana di Trevi. Questo cortile esterno del XIX secolo consente di ammirare la bellezza delle figure femminili dei suoi affreschi. Il cortile è privato, ma è aperto al pubblico negli orari d’ufficio. In origine, era destinato ad essere un centro commerciale, ma ora funge da splendida galleria all’aperto. Gli affreschi di Giuseppe Cellini che adornano le pareti sono dedicati alle diverse virtù delle donne. Il soffitto in ferro e vetro permette alla luce naturale di illuminare i dettagli squisiti degli affreschi, creando uno spettacolo mozzafiato. Che tu sia un appassionato d’arte o un semplice turista alla ricerca di qualcosa di unico, la Galleria sciarra merita sicuramente una visita. La sua posizione centrale e l’ingresso gratuito la rendono ancora più appetibile. Non perdere l’occasione di scoprire questo pezzo d’arte italiana del XIX secolo!
Pons Aemilius (Ponte Emilio)
Il Pons Aemilius (Ponte Emilio) è stato il primo ponte di pietra costruito a Roma e la sua storia risale al 179 a.C. Tuttavia, a causa di inondazioni e altre calamità, venne ricostruito diverse volte. Nel 1598, un’inondazione catastrofica distrusse metà del ponte. La parte restante non fu ricostruita e rimase abbandonata per duecentocinquanta anni, motivo per il quale fu ribattezzato Ponte Rotto. Nel 1853, papa Pio IX collegò l’arco rimanente all’altra sponda del fiume tramite un ponte pedonale in ferro. Sfortunatamente, nel 1887, gran parte del Ponte Rotto fu demolito per fare spazio al Ponte Palatino (noto anche come Ponte Inglese), progettato dall’architetto Angelo Vescovali. Ad oggi tutto ciò che rimane del grande Pons Aemilius è un unico arco, che si erge solitario nel mezzo del fiume Tevere. Un ricordo del passato e una testimonianza della resilienza dell’Impero Romano.
Fontana del Mosè
La monumentale fontana in Piazza San Bernardo è la testimonianza della grandiosità di Roma nella visione di Sisto V. Costruita tra il 1585 e il 1589, è opera del maestro architetto Domenico Fontana, il quale diede gli ultimi ritocchi all’acquedotto Felice che forniva acqua alla città. La fontana è circondata da una balaustra in travertino ed ha la forma di un arco trionfale con tre grandi nicchie. All’interno dell’arco centrale si erge l’imponente statua di Mosè, creata da Prospero Antichi e completata da Leonardo Sormani. Le nicchie laterali presentano bassorilievi di Flaminio Vacca, Pietro Paolo Olivieri e Giovanni Battista della Porta. L’acqua sgorga da una finta rupe in marmo cipollino, mentre le vasche sono decorate con quattro leoni in marmo di Bardiglio, opera di Adamo Tadolini. A coronare il tutto c’è un attico con una lunga iscrizione celebrativa sovrastata dallo stemma papale e da due angeli. Questa maestosa fontana è un promemoria della grandiosità del “papa determinato” e della sua visione di Roma.
Biblioteca Angelica
La Biblioteca Angelica, fondata a Roma nel 1604 dal vescovo agostiniano Angelo Rocca, è un importante punto di riferimento culturale in Italia. Essa fu la prima biblioteca europea aperta al pubblico e attualmente fa parte del Ministero dei Beni Culturali e delle Attività del Turismo. Con una collezione stimata di 120.000 volumi, principalmente legati al pensiero agostiniano e alla storia della Riforma e della Controriforma, la biblioteca è stata la sede dell’Accademia letteraria dell’Arcadia dal 1940. Essa ospita inoltre un vasto patrimonio di manoscritti, incunaboli, mappe ed incisioni, nonché libri contemporanei disponibili per il prestito. Nel corso della sua storia, la biblioteca è stata un luogo di ricerca intellettuale, svolgendo un ruolo centrale nelle controversie religiose del XVIII secolo. Essa è stata anche testimone degli eventi storici che hanno colpito Roma nel XIX secolo, e l’acquisizione di varie collezioni di libri nel corso dei secoli hanno contribuito alla sua importanza. Oggi la Biblioteca Angelica è un luogo di cultura e conoscenza aperto a tutti.
Qualunque cosa tu scelga di fare, troverai sicuramente qualcosa di unico ed emozionante da esplorare a Roma.